Il Milan Sospende il Contratto con il Bookmaker Russo Fonbet

La crisi Russia-Ucraina sta sconvolgendo il mondo intero, con risvolti drammatici e imprevedibili.
In effetti, il conflitto ha ripercussioni anche su settori che possono sembrare lontani anni luce dalle questioni politiche, come nel caso del betting sportivo.

Difatti, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, la squadra del Milan ha bloccato il contratto con Fonbet, società di scommesse sportive russa.
La Fonbet nel 2021 è stata la Official Sports Betting Partner del Milan in Russia e nella CIS, ovvero la Comunità degli Stati Indipendenti.

La decisione di infliggere sanzioni ed esclusioni, è stata presa anche da Real Madrid e dal Paris Saint-Germain.

Sospesa la partnership con il bookmaker russo Fonbet dopo l’invasione militare

La partnership fra la società russa Fonbet ed il Milan è stata particolarmente felice nel 2021, tanto che il bookmaker russo era addirittura - come abbiamo detto - Official Sports Betting Partner della squadra rossonera.
Purtroppo, la guerra ha contribuito a sconvolgere equilibri che non sembravano così fragili e con l’avanzata militare dei russi in Ucraina, sia la squadra del Milan che altre squadre, hanno scelto di concludere almeno temporaneamente la partnership.
Questa, ovviamente è soltanto una delle innumerevoli sanzioni destinate alla Russia, per la situazione particolarmente infelice creata dalla sua politica aggressiva.

Le dichiarazioni del PSG a France Bleu Paris

Il PSG ha dichiarato di aver concordato di “comune accordo” con Fonbet la chiusura temporanea del contratto per tutta la stagione.
Sembra che alla base della scelta, ci sia soprattutto l’intento di dissociarsi il più possibile da quello che sta facendo la Russia di Putin agli ucraini.
Questo è un messaggio ben preciso che ha la finalità di supportare un pensiero globale e comune che lo sport è unico, di tutti e soprattutto, inclusivo.

Lo sport come mezzo di inclusione

Il mondo dello sport da sempre si è schierato contro ogni forma di ogni razzismo, supportando la diversità e soprattutto ponendo l’accento sul tema dell’inclusione.
Potrebbe sembrare una frase retorica, ripetuta su quotidiani o social. In realtà, negli ultimi anni sempre di più si sono diffuse esperienze di inclusione a livello sportivo che hanno visto protagonisti anche le persone con disabilità.

Le esperienze gestite sia dai team che dai vari governi tra i quali quello italiano, hanno fatto sì che si innescasse un trend virtuoso verso l’integrazione.
Esperimenti sociali, a volte nati da piccole realtà che sono arrivati fino alla realizzazione di Olimpiadi e Paralimpiadi, per includere sempre più persone nelle discipline sportive.

L’esempio del Baskin: lo sport che somiglia al basket

Un esempio concreto dell’inclusività non è solo il pensiero di un’Olimpiade dove davvero tutti gli atleti di tutti gli Stati compresi quelli più critici, possano partecipare.
Ma pensare a un’inclusione ancora più sentita dove normodotati possano giocare con disabili e, perché no, creare qualcosa di unico e mai visto prima.

Questo il caso del Baskin, sperimentato in una scuola di Cremona. Cosa è il Baskin?
Si tratta di un’attività sportiva non incasellabile in una categoria che però somiglia al basket.
Nel nostro Paese attualmente ci sono 100 squadre e oltre 15 mila persone che partecipano, sia ragazzi che ragazze.
Il Presidente di Baskin Onlus ha affermato che questo sport è nato dalla voglia di inclusione, pensando che tutti potessero giocare davvero grazie alle proprie competenze, ognuno con le sue specificità.

Grazie a una ottima convenzione realizzata con il Ministero dell’Istruzione, il Baskin è entrato in tante scuole italiane, dando grandi soddisfazioni in ogni Regione italiana.
Includere in un mondo complesso e denso di conflitti come quello attuale, e farlo attraverso lo sport, assume sempre più un significato rilevante.
Soprattutto per i più piccoli che hanno diritto ad un futuro migliore.

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